Un nome che pareva una suggestione, ora è realtà su ogni rettilineo. Kimi Antonelli non ha solo bruciato le tappe, le ha trasformate in traguardi. E l’ultimo lo ha raggiunto proprio qualche giorno fa

Sta lasciando l’intero mondo della Formula 1 senza parole per la precocità e per l’impatto incredibile che ha avuto sul motorsport più importante al mondo. Andrea Kimi Antonelli è uno di quei fenomeni che nascono una volta su un miliardo, un ragazzo che a 18 anni sta già iniziando a macinare risultati in una disciplina nella quale si diventa maturi in età più avanzata.
Ma lui non fa una piega e all’età nella quale i ragazzi “normali” prendono la patente per guidare lo scassone di famiglia, lui si infila fra le curve delle piste più famose del pianeta infilando piloti che hanno anche il doppio della sua età.
Finora ha disputato 10 Gran Premi ma si è già portato a casa il suo primo, storico podio: terzo posto al GP del Canada, terzo più giovane di sempre (dopo Max Verstappen e Lance Stroll) ad ottenere questo risultato. E primo italiano dal 2009, il che la dice lunga su quanto aspettassimo un talento del genere.
Kimi è una perla, un diamante, un talento che va cresciuto e sgrezzato perché potrebbe fare la storia di questo sport. Al momento rappresenta ciò che rappresenta Lamine Yamal per il calcio, ovvero una promessa che è già realtà.
E che, a differenza del collega calcistico che in questi giorni si va (giustamente!) divertendo in giro, Kimi ha ottenuto un successo forse anche più importante del podio di Montreal: si è preso il diploma, superando brillantemente l’esame di maturità.
Andrea Kimi Antonelli: alcune curiosità sul nostro giovane pilota
Nato a Bologna il 25 agosto del 2006, figlio di Marco Antonelli, pilota automobilistico e proprietario dell’AKM Motorsport, squadra che corre in diversi campionati GT e in Formula 4, là dove Andrea Kimi ha mosso uno dei suoi primi passi nel mondo delle monoposto.

Ma ci sono diverse curiosità che forse non conoscete su di lui, a partire proprio da questo curioso secondo nome, che naturalmente, per il mestiere che fa, è subito diventato il primo.
Ecco, il nome. L’età e la corrispondenza “storica” lascerebbero pensare che quel nome Kimi sia un tributo a Kimi Raikkonen, il campione finlandese che in quegli anni stava passando dalla McLaren alla Ferrari. E invece vi sorprenderà sapere che non è così. Il nome Kimi fu scelto da un caro amico di suo padre, Enrico Bertaggia, che lo scelse perché in ebraico significa “Dio ha stabilito”. Quasi una profezia, a guardare poi quella che è la sua carriera attuale.
Ma quando ha iniziato a correre un pilota così precoce? A due anni. Sì, due: incredibile ma vero! Si è seduto per la prima volta in un go-kart a due anni ma ovviamente non arrivava ai pedali. Poi a 5 anni il primo giro senza stare in braccio a papà.
La carriera che decolla e i primi record in F1
Ma la sua carriera decolla molto presto fino ad arrivare al 2020 e al 2021, quando diventa due volte campione europeo nella classe OK e viene eletto Rookie dell’anno FIA 2020 grazie ad alcune prestazioni davvero memorabili. Da lì in poi è un’ascesa inarrestabile. Dopo titoli in ADAC F4 e nella F4 italiana nel 2022, e un campionato Formula Regional Europeo e Medio Oriente nel 2023, passa in Formula 2 vincendo subito gare.

Poi, a soli 18 anni, firma con Mercedes, salta direttamente in Formula 1 nel 2025 e diventa il terzo pilota più giovane di sempre in F1 e il terzo più giovane a salire sul podio. Anche se uno degli altri 2 è Lance Stroll in quel rocambolesco GP dell’Azerbaigian nel 2017, ma questa è un’altra storia.
Ciò che conta è che appena arrivato in pista sta già polverizzando tutte le tappe: più giovane di sempre a guidare un giro in testa e a segnare il giro più veloce (a Suzuka), primo podio italiano dal 2009 ad oggi. E la sensazione è che sia solo l’inizio di una carriera scintillante, che promette di fare la storia di questo sport. Ce lo auguriamo davvero!