Il mercato delle moto sta vivendo di nuovo un periodo di difficoltà dopo il boom degli anni scorsi: le decisioni dei colossi del settore.
Anche se la passione per le moto è un tratto distintivo degli italiani il mercato dei veicoli a due ruote vive sempre degli alti e bassi. Nel periodo della pandemia da Covid-19 abbiamo assistito a un forte calo causato dallo stop produttivo: negli anni successivi c’è stato però il boom di richieste che ha spinto tanti produttori a potenziare l’organico per rispondere alla domanda di veicoli a due ruote da parte della clientela.
Il 2024 è stato senza dubbio un grande anno per le moto in Italia, con tantissime vendite e un settore che appariva in piena salute. Nel 2025, però, lo scenario è molto cambiato, anche a causa delle tensioni a livello internazionali e dei dazi decisi dall’amministrazione Trump. Il mercato delle moto sta quindi vivendo un nuovo momento difficile e l’impressione è che anche il prossimo futuro sarà complicato.
Una situazione che sta spingendo i colossi a prendere provvedimenti. Ducati ha ridotto la durata dei lavoratori stagionali e ha deciso anche di ricorrere in misura inferiore al part-time rispetto a quanto avveniva negli anni scorsi. Solitamente, infatti, per la seconda metà dell’anno rimanevano sempre 100-150 lavoratori dei 450 impiegati nel primo semestre con contratto a tempo determinato. Stavolta ne rimarranno al massimo una cinquantina, dato che Ducati non prolungherà il contratto a diversi lavoratori.
Una mossa, quella della Casa di Borgo Panigale, che ha inevitabilmente fatto scattare l’allarme. Il fatto che Ducati abbia deciso di ridurre la durata dei lavoratori stagionali, anche se solo in maniera parziale, viene visto come un segnale di come le cose non stiano andando affatto bene nel mercato delle moto.
Tuttavia alcune fonti vicine a Ducati fanno sapere che l’azienda emiliana considera questa situazione come un ritorno al periodo precedente alla pandemia. Solitamente i lavoratori stagionali venivano impiegati in azienda per cercare di fronteggiare i picchi produttivi: per loro vengono appunto predisposti contratti semestrali.
“Negli anni successivi al Covid questi sei mesi spesso diventavano anche otto o nove – fanno sapere le fonti vicine al gigante emiliano – Ora siamo tornati alla situazione precedente, nessuno viene lasciato a casa“. Parole che comunque non rassicurano fino in fondo gli amanti delle due ruote.
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