Il colosso tedesco BMW è costretto a correre ai ripari per un’avaria tecnica che affligge un SUV di alta fascia.
I marchi che hanno investito massicciamente nell’elettrico si sono trovati in affanno per colpa di una tecnologia che risulta molto più complessa rispetto alle previsioni.

BMW Nord America sta richiamando delle EV prodotte per il mercato statunitense. Secondo il marchio dell’Elica, i moduli delle celle della batteria ad alto voltaggio dei modelli i4, i7 e iX potrebbero non essere stati assemblati correttamente. Per questo motivo è scattato il richiamo prima di tutto per iX. La lista dei modelli sospettati sono stati realizzati dal 2022 al 2025. Non meno di 130 esemplari sono stati richiamati, a fronte di 4 unità della berlina di lusso full-size i7 e 2 della berlina compatta executive i4.
Il fornitore dei moduli sospetti, identificati con cinque codici articolo, sarebbe la stessa BMW. Durante il processo di assemblaggio, le celle della batteria vengono combinate per fare un modulo. I tecnici tedeschi potrebbero aver applicato una forza eccessiva per pressare le celle sospette all’interno dei moduli, una condizione che potrebbe aumentare le sollecitazioni sul telaio del modulo.
Elettrico sempre più in crisi
Il major tedesco ha sottolineato che l’aumento delle sollecitazioni può portare al cedimento del telaio, con conseguente disattivazione del sistema ad alta tensione. BMW non esclude un aumento del rischio di anomalie termiche. Va anche aggiunto che l’improvvisa perdita di propulsione aumenta il rischio di incidente.

Per ora BMW Nord America non ha ricevuto segnalazioni potenzialmente connesse all’avaria. Quindi per fortuna non si sono ancora verificati incidenti. I clienti potranno farsi sostituire gratuitamente specifici moduli delle celle della batteria ad alto voltaggio. I concessionari BMW sono stati allertati il 16 luglio 2025. Le lettere di notifica ai clienti dovranno attendere fino al 5 settembre 2025. I potenti modelli elettrici della Casa bavarese non hanno fatto gola a tanti appassionati. In un certo senso è stato un bene, altrimenti il problema avrebbe potuto portare a un danno d’immagine superiore e a un esborso record in una fase già piuttosto delicata.