Un autovelox ha colto in fallo un conducente, il quale stava viaggiando ad una velocità folle. Tuttavia, la multa è stata annullata, ed ora si aprirà una nuova spirale di polemiche.
Sul fronte autovelox, non sono mancate le polemiche nel corso degli ultimi mesi, a seguito di una sentenza della Corte di Cassazione che ha spiegato una notevole differenza tra i dispositivi che possono effettuare delle multe e quelli che non sono giudicati idonei a compiere tale azione. Per validare una multa, è necessario che venga utilizzato un dispositivo omologato e non solo approvato, e tra le due cose c’è una bella differenza.
A partire dal 12 di giugno scorso, infatti, è entrato in vigore il nuovo decreto autovelox, che stabilisce che tutte le multe fatte con degli autovelox non omologati non saranno considerate valide. Inoltre, gli autovelox, d’ora in avanti, dovranno essere omologati dai Prefetti, mentre i Comuni non potranno più decidere in autonomia e piazzare i dispositivi dove fa più comodo per incassare quanto più denaro impossibile. Ora vi racconteremo una vicenda che ha del surreale, e che riguarda una multa non convalidata, nonostante la velocità folle a cui stava viaggiando il conducente incriminato.
Le nuove norme hanno subito fatto il gioco di un’automobilista, che definire irresponsabile è dire poco. L’uomo viaggiava a 255 km/h, ma non è stato multato perché il radar non era omologato, cosa che ha condotto al totale annullamento della sanzione. Il dibattito sulla sicurezza stradale è così ripartito da zero, e l’episodio è di una certa gravità e non può passare inosservato. Il tutto si è verificato sull’autostrada A26, in quel di Sillavengo, in provincia di Novara, in Piemonte, dove il limite di velocità è stato superato di 125 km/h dal conducente, che ha sostanzialmente raddoppiato quanto concesso in quel punto, ovvero un massimo di 130 km/h.
La polizia stradale, in un primo momento, aveva emesso una multa di 845 euro e la sospensione della patente fino a 12 mesi, ma una lacuna tecnica ha cambiato tutto. Il legale del conducente ha dimostrato che la Trucam usata per comminare la multa non era omologata ufficialmente, e non era dunque autorizzata a questo tipo di azioni. Insomma, il conducente se l’è cavata grazie alla scaltrezza del proprio avvocato, ma anche per via della poca chiarezza delle leggi italiane, che hanno fatto, ancora una volta, acqua da tutte le parti.
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