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Moto

In pochi sanno che il primo di questi scooter è stato italiano: che scoperta, oggi è rarissimo

Sapevate che il primo scooter di questa specie, in realtà, è stato italiano? Oggi è rarissimo e vale una fortuna, ma è impossibile da scovare.

Il mercato delle due ruote non è sempre aperto alle novità. Basta vedere l’approccio che il mercato di moto e scooter ha riservato alle nuove tecnologie di rifornimento. L’elettrico non attira e l’ibrido stenta a decollare, in primis tra le catene di montaggio dei vari marchi e poi anche nei concessionari. Il mercato non sembra ancora pronto, sebbene ci sia qualche brande coraggioso come Kawasaki che ha scommesso con forza sulle due ruote ibride.

Primo scooter ibrido italiano – gscarauto.it

Una novità accolta tra applausi ed entusiasmo, ma che in realtà non rappresenta una novità assoluta. Anche perché tra gli scooter c’è già stato chi ha sperimentato con la tecnologia ibrida, battezzando modelli che oggi sono introvabili e al limite dell’unicorno. Modelli al 100% italiani, che lasciano sorpresi persino gli appassionati più incalliti.

Ne sa qualcosa Piaggio, che negli anni ‘90 è stata la prima in assoluto a varare la tecnologia ibrida sui propri scooter. Una scoperta affascinante, riportata alla luce da InSella.it e che ha fatto presto a catturare l’interesse degli amatori. Si tratta del rivoluzionario Zip ibrido, che nascondeva sotto la carena una tecnologia innovativa.

Piaggio e il primo scooter ibrido di sempre, che rivoluzone lo Zip del futuro

Sarebbe dovuto essere lo Zip del futuro, e invece non ebbe una grande fortuna. Sia per ciclistica che per estetica, era un normalissimo Zip 50, ma sotto la scocca celava un sistema tanto ingegnoso quanto audace. Come funzionava? In poche parole, lo scooter di Noale aveva due motori distinti: uno a benzina e uno elettrico. Quello a benzina era il classico due tempi da 50 cc in dotazione nel modello tradizionale, quello elettrico invece era un prototipo molto avanti per i suoi tempi.

Zip ibrido (Press Media) gscarauto.it

Lo switch tra un motore e l’altro era totalmente manuale, con un comando posizionato sul manubrio. Il propulsore elettrico non era potentissimo ed era pensato perlopiù per i bravi spostamenti in città e in contesti puramente urbani. E come si ricaricava? Semplice, con la più classica delle prese elettriche domestiche. 

Una tecnologia rivolzionaria, che Piaggio sviluppò dal 1994 al 1997, producendo lo Zip ibrido in piccolissima serie. Poi l’idea non ha mai superato la fase di lancio, senza mai arrivare nei concessionari italiani ed europei. Un’idea che Piaggio ora non ha ancora ripreso, in un’epoca dove gli scooter stanno guidando la transizione verso l’elettrico nel mondo delle due ruote.

Alessandro

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Alessandro

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